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Frequenza di rimbalzo

Cosa è la frequenza di rimbalzo?

La frequenza di rimbalzo (o, in inglese, “bounce rate”) è una delle metriche più importanti su Google Analytics.

La frequenza di rimbalzo ci permette di misurare la percentuale di persone che entrano sul nostro sito e lo abbandonano immediatamente (probabilmente, perché non lo reputano utile rispetto a ciò che stanno cercando).

Su Google Analytics la frequenza di rimbalzo è definita come:

Frequenza di rimbalzo = (Visite che hanno visualizzato una sola pagina e hanno abbandonato il sito, senza interagirvi) / (Tutte le visite) * 100

Quindi, ad esempio, se il nostro sito ha una frequenza di rimbalzo del 60%, vuol dire che, nel periodo che abbiamo selezionato, il 60% delle visite al nostro sito ha visto una sola pagina e ha abbandonato il sito, senza interagirvi.

La frequenza di rimbalzo è un indicatore della “prima impressione” che il nostro sito fa agli utenti, rispetto a quello che stanno cercando.

Per la maggior parte dei siti, più la frequenza di rimbalzo è bassa e meglio è, perchè vuol dire che la prima impressione è stata buona; e, si sa, la prima impressione spesso conta molto! 🙂

Su Google Analytics, il valore complessivo della frequenza di rimbalzo per il nostro sito si trova nella sezione Pubblico –> Panoramica.

Frequenza di rimbalzo - panoramica - googla analytics

 

Il valore della frequenza di rimbalzo relativo a tutto il sito ci da una prima indicazione della capacità complessiva del nostro sito di interessare gli utenti che vi entrano, ma non ci fornisce informazioni sufficienti per prendere decisioni. Per capire dov’è il problema, dobbiamo quindi approfondire l’analisi.

Come interpretare la frequenza di rimbalzo

La frequenza di rimbalzo, essenzialmente, dipende dalla risultante contemporanea di due fattori: cosa stanno cercando gli utenti e cosa offre loro la pagina da cui entrano.

Se la pagina da cui entrano gli utenti fa capire loro che il nostro sito non offre quello che per cui sono entrati, essi probabilmente abbandoneranno il sito e noi perderemo una occasione di interessare nostri potenziali clienti / lettori / utenti che ci avevano trovato.

Innanzitutto, individuiamo le pagine di entrata più problematiche. Andiamo nella sezione “Comportamento –> Contenuti –> Pagine di destinazione”, e lì avremo il valore della frequenza di rimbalzo per ciascuna pagina di entrata.

Esempio di rapporto pagina di destinazione su google analytics

Esempio di rapporto pagina di destinazione su google analytics

Possiamo anche vedere da dove sono arrivate le visite per le diverse pagine di entrata, aggiungendo “Sorgente / Mezzo” come dimensione secondaria.

Una volta individuate le pagine con la frequenza di rimbalzo più alta (per esempio, guardando le prime 10 per numero di accessi), e visto da dove sono arrivati gli utenti che sono entrati da quelle pagine, dobbiamo cercare di capire perchè hanno abbandonato il sito dopo aver visto solo la prima pagina.

L’ideale per noi sarebbe riuscire a capire cosa stavano cercando gli utenti che sono entrati sul nostro sito, per ogni pagina di entrata.

Purtroppo la risposta a questa domanda non è semplice, soprattutto da quando Google ha oscurato le parole chiave per il traffico da ricerca organica (ormai da diversi anni).

Tuttavia, se abbiamo delle campagne su Google AdWords attive, questa informazione possiamo ricavarla facilmente.

Infatti, possiamo vedere quali parole chiave hanno cercato gli utenti su Google prima di cliccare sul nostro annuncio, e quindi risalire a che cosa stavano cercando e qual’è la “prima impressione” che ha fatto la pagina di entrata sul nostro sito rispetto a questa ricerca.

Per leggere questi dati, andremo su “Acquisizione” —> “AdWords” –> “Parole chiave” e aggiungeremo “URL di destinazione” come dimensione secondaria.

Come abbassare la frequenza di rimbalzo

Come abbiamo visto, la frequenza di rimbalzo è alta quando la maggior parte degli utenti che sono entrati nel nostro sito non hanno trovato quello che cercavano.

Questo può dipendere principalmente da due motivi:

1) Gli utenti che entrano sul nostro sito non sono interessati ai contenuti che offre, a prescindere dal valore che il nostro sito fornisce.

Ad esempio, se per il nostro negozio e-commerce che vende scarpe da calcio, per qualche motivo mettessimo degli annunci pubblicitari all’interno di un sito di moda femminile, è probabile la maggior parte del traffico proveniente da quel sito non sia interessata alle scarpe da calcio e abbandoni il sito immediatamente, rendendo alta la frequenza di rimbalzo del nostro sito (e inefficiente la nostra campagna pubblicitaria).

Quando effettuiamo attività promozionali per portare traffico sul nostro sito, dobbiamo assicurarci di rivolgerci ad utenti che siano potenzialmente interessati ai contenuti che offriamo, altrimenti è probabile che abbandonino il nostro sito immediatamente.

2) Gli utenti sono potenzialmente interessati, ma il nostro sito non fornisce loro un valore sufficiente.

Questo può dipendere da diversi fattori, ad esempio: un layout troppo povero o disordinato della pagina di entrata, troppo testo (o troppo poco),  eccessiva quantità di pubblicità, eccessiva lentezza di caricamento, contenuto non sufficientemente approfondito, mancanza di link evidenti per continuare la navigazione… insomma, tutti quei fattori che, nel complesso, costituiscono il valore che una pagina e, in generale un sito web, fornisce agli utenti.

Dobbiamo quindi assicurarci che le principali pagine di entrata del nostro sito (e, se possibile, anche tutte le altre pagine) forniscano agli utenti un valore elevato, sotto tutti gli aspetti (estetici, tecnologici, di contenuto e di usabilità).

Per ora è tutto. Per qualsiasi dubbio, domanda o commento, non esitare a scrivermi.

Un saluto e buona giornata! 🙂

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Visualizzazioni di pagina uniche

Visualizzazioni di pagina uniche

Su Google Analytics, le visualizzazioni di pagina uniche di una pagina misurano il numero di visite in cui quella pagina è stata visualizzata almeno una volta.

Il nome di questa metrica può generare un po’ di confusione, perchè, come abbiamo detto, conteggia in realtà delle visite, e non delle visualizzazioni di pagina.

E’ utile per capire quali sono le pagine viste più (o meno) frequentemente dagli utenti che entrano nel nostro sito.

Ad esempio, immaginiamo di avere un sito e-commerce, e che per noi sia importante che a giugno la pagina “offerta-speciale.html” venga vista nel maggior numero di visite possibile.

Se a giugno il nostro sito web ha ricevuto complessivamente 10.000 visite, e la nostra pagina “offerta-speciale.html” ha generato 100 visualizzazioni di pagina uniche, vuol dire che questa pagina è stata vista solo in 100 visite su 10.000, ovvero l’1% delle visite. Potrebbe essere utile, quindi, fornire più visibilità ai link interni al sito che puntano a questa pagina.

Nel pannello di Google Analytics, la metrica visualizzazioni di pagina uniche si trova nella sezione “Contenuti” –> “Tutte le pagine” e “Contenuti” –> “Dettaglio contenuti”.

Visualizzazioni di pagina uniche, screenshot di esempio

Visualizzazioni di pagina uniche, screenshot di esempio

 

Nota: purtroppo, su Google Analytics le visualizzazioni di pagina uniche non vengono conteggiate correttamente quando sono misurate in maniera aggregata.

Ad esempio, se in una singola visita vengono viste sia la pagina “/shopping-cart/inserimento-dati.html”, che “/shopping-cart/acquisto-completato.html”,  le visualizzazioni di pagina uniche che Google Analytics riporta nel report “Dettaglio contenuti” per la sezione “shopping-cart” non sono 1 (come dovrebbe essere, visto che il numero di visite in cui le due pagine sono state visualizzate è 1) ma 2, perchè vengono sommate (erroneamente).

In altre parole, leggendo le visualizzazioni di pagina uniche, non possiamo sapere in quante visite è stata vista la sezione “shopping-cart” del nostro sito.

Ciò rende poco utile (se non addirittura fuorviante) la lettura della metrica visualizzazioni di pagina uniche, sia nella sezione “Contenuti” –> “Dettaglio contenuti” (che mostra le visualizzazioni di pagina uniche aggregate per ogni sezione del sito), sia per la misura aggregata riportata nella sezione “Contenuti” –> “Tutte le pagine” (ad esempio, quando utilizziamo un filtro per raggruppare delle pagine, il valore complessivo delle visualizzazioni di pagina uniche è calcolato erroneamente).

 

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Visualizzazioni di pagina

Visualizzazioni di pagina

Le visualizzazioni di pagina sono una metrica base di Google Analytics. Viene conteggiata una visualizzazione di pagina ogni volta che l’utente vede una pagina del tuo sito.

Ad esempio, se l’utente entra sul sito dalla homepage, va sulla pagina “Chi siamo” e torna sulla homepage, Google Analytics calcolerà 3 visualizzazioni di pagina totali: 2 per la homepage e 1 per la pagina “Chi siamo”.

Nota che, se un utente fa il refresh di una pagina (ad esempio, spingendo il tasto F5), viene conteggiata una nuova visualizzazione di pagina.

Nel pannello di Google Analytics, le visualizzazioni di pagina tipicamente si possono trovare:

1) nella sezione “Contenuti” –> “Contenuti del sito” –>” Tutte le pagine”. In questa sezione, puoi vedere quante visualizzazioni di pagina ha generato ciascuna pagina del tuo sito.

2) nella sezione “Contenuti” –> “Dettaglio contenuti”. In questa sezione, puoi vedere le visualizzazioni di pagina aggregate in base alle diverse sezioni del tuo sito. Google Analytics ricava le sezioni dalla struttura della URL, per cui anche per questo motivo è importante definire per il tuo sito una struttura delle URL logica e chiara.

visualizzazioni di pagina, screenshot di esempio

Visualizzazioni di pagina, screenshot di esempio

 

Come aumentare le visualizzazioni di pagina

Aumentare le visualizzazioni di pagina può essere importante per alcune tipologie di siti, come i quotidiani online (repubblica.it, corriere.it, ecc.), il cui ricavo economico generalmente dipende da quante visualizzazioni di pagina riescono a generare ogni mese.

E’ importante notare che la metrica visualizzazioni di pagina può essere scomposta nel prodotto di tre fattori:

Visualizzazioni di pagina = (Visitatori) x (Visite / Visitatori) x (Pagine per visita)

La metrica Visitatori l’abbiamo discussa in questo post, e misura (in maniera approssimata) il numero di utenti che è entrato sul sito in un certo periodo.

Il rapporto Visite / Visitatori esprime, invece, il numero di visite che mediamente ha effettuato ciascun utente in un certo periodo. Purtroppo questa metrica non esiste su Google Analytics, ma si può calcolare a mano, dividendo il numero di visite per il numero di visitatori.

La metrica Pagine per visita misura quante pagine hanno visto mediamente gli utenti in ciascuna visita, ed è calcolata come il rapporto Visualizzazioni di pagina / Visite. Le pagine per visita su Google Analytics sono riportate in diverse sezioni; ad esempio, in “Pubblico” –> “Panoramica”, puoi trovare le pagine per visita di tutto il sito.

Quindi, se vuoi aumentare le visualizzazioni di pagina che ogni mese genera il tuo sito, hai tre possibilità:

1) Aumentare il numero di visitatori mensili al sito. Per fare questo, dovresti cercare di attuare una strategia che ti permetta di aumentare l’audience complessivo del tuo sito, ovvero la sua popolarità. Ad esempio, puoi effettuare pubblicità online a pagamento, promozione del tuo sito verso i blogger di riferimento nel tuo settore, social media marketing, pubblicità offline, ecc.

2) Aumentare il numero di volte in cui ciascun visitatore torna sul tuo sito, in un mese. Per fare questo, dovresti studiare una strategia che ti permetta di fidelizzare i tuoi utenti. Dovresti cioè fornire ai tuoi utenti un motivo per tornare frequentemente: per esempio, potresti pubblicare spesso nuovi contenuti, inviare newsletter con offerte speciali periodiche, lanciare concorsi, aprire forum di discussione, ecc.

3) Aumentare il numero di pagine che gli utenti vedono mediamente in ciascuna visita (ovvero: aumentare le pagine per visita). Per fare questo, dovresti cercare in ogni pagina di mettere in evidenza link ad altre pagine del tuo sito, che spingano l’utente a continuare la navigazione. Ad esempio, se l’utente sta leggendo un articolo sul tuo sito che parla della Juventus, in quella pagina puoi mettere in evidenza dei link ad altre pagine del tuo sito che parlano della Juventus, perchè probabilmente saranno di interesse per chi legge e lo spingeranno a continuare la navigazione.

Per adesso è tutto. Un saluto!

 

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Visite

Le visite (o sessioni, sono sinonimi) sono tra le metriche più importanti di Google Analytics.

Detto nella maniera più semplificata possibile, Google Analytics conteggia una visita ogni volta che un utente arriva sul tuo sito web.

Nota: quando ho scritto questo articolo, Google Analytics utilizzava il nome “visite”, ma poi ha rinominato questa metrica in “sessioni”. Di seguito vedrai quindi scritto “visite”, ma puoi considerarlo un sinonimo dell’attuale “sessioni”.

Ad esempio, un utente può venire sul tuo sito oggi e poi tornare domani: in questo caso, Google Analytics conteggerà due visite.

Nel pannello di Google Analytics, i dati relativi alle visite puoi trovarli tipicamente:

1) nella sezione “Pubblico”. Per esempio, in questa sezione puoi vedere quante visite sono state effettuate da ciascuna città o paese; da mobile, tablet o PC; da utenti che parlano italiano, inglese, ecc.

2) nella sezione “Sorgenti di traffico”. Per esempio, in questa sezione puoi vedere quante visite sono provenute da ciascuna sorgente di traffico: diretto, motori di ricerca, campagne promozionali, siti esterni, ecc.

3) nella sezione “Contenuti” –> “Pagine di destinazione”. In questa sezione puoi vedere in quante visite gli utenti sono entrati dalla homepage, in quante dalla pagina “chi siamo”, ecc. In altre parole, qui trovi il numero di visite che ha ottenuto il sito per ciascuna pagina di entrata.

Le visite su Google Analytics, screenshot di esempio

Le visite su Google Analytics, screenshot di esempio

Nota: se preferisci vedere e ascoltare queste informazioni, invece di leggere l’articolo, ho fatto un video (brutto ma spero interessante) sulla metrica sessioni (o visite) (che fa parte di un video corso su YouTube su Google Analytics che sto man mano tenendo aggiornato).

Come aumentare le visite al tuo sito

In generale, le visite misurano il livello di traffico complessivo che riceve il tuo sito in un certo periodo, e dipendono sia dal numero di utenti che accede al sito, sia da quanto spesso ciascun utente vi ritorna.

Infatti, la metrica “visite” può essere scomposta nel prodotto di questi due fattori:

Visite = (Visitatori) x (Visite / Visitatori)

La metrica Visitatori l’abbiamo discussa in questo post, e misura (in maniera approssimata) il numero di utenti che è entrato sul sito in un certo periodo.

Il rapporto Visite / Visitatori esprime, invece, il numero di visite che mediamente ha effettuato ciascun utente in un certo periodo. Purtroppo questa metrica non esiste su Google Analytics, ma si può calcolare a mano, dividendo il numero di visite per il numero di visitatori.

Quindi, se vuoi aumentare le visite che ogni mese riceve il tuo sito, hai due possibilità:

1) Aumentare il numero di visitatori mensili al tuo sito. Per fare questo, dovresti cercare di attuare una strategia che ti permetta di aumentare l’audience complessivo del tuo sito, ovvero la sua popolarità. Ad esempio, puoi effettuare pubblicità online a pagamento, promozione del tuo sito verso i blogger di riferimento nel tuo settore, social media marketing, pubblicità offline, ecc.

2) Aumentare il numero di volte in cui ciascun visitatore torna sul tuo sito, in un mese. Per fare questo, dovresti studiare una strategia che ti permetta di fidelizzare i tuoi utenti. Dovresti cioè fornire ai tuoi utenti un motivo per tornare frequentemente: per esempio, potresti pubblicare spesso nuovi contenuti, inviare newsletter con offerte speciali periodiche, lanciare concorsi, aprire forum di discussione, ecc.

 

Come sono calcolate le visite in Google Analytics

Google Analytics utilizza diversi criteri per definire l’inizio e la fine di una visita. Nello specifico, una visita ha inizio quando un utente entra sul tuo sito, e termina se:

1) l’utente resta inattivo sul sito per più di 30 minuti.

Ad esempio, immaginiamo che un utente entri sul tuo sito, lo navighi un po’ e poi vada in pausa pranzo, lasciando il browser con il tuo sito aperto. Dopo 30 minuti di inattività, per Google Analytics la sua visita è terminata e, se al ritorno dal pranzo l’utente riprenderà la navigazione, verrà conteggiata una nuova visita.

2) alla mezzanotte. Ad esempio, se l’utente entra sul sito alle 23:59 verrà avviato il conteggio di una visita; a mezzanotte però la visita avviata terminerà e ne verrà conteggiata una nuova.

3) se l’utente entra sul tuo sito da una sorgente di traffico, e poi vi ritorna da una sorgente di traffico diversa, anche all’interno dei 30 minuti.

Ad esempio, immaginiamo che l’utente effettui una ricerca su Google e clicchi un link al tuo sito; Google Analytics conteggerà una visita. Dopo 2 minuti, l’utente torna su Google, effettua una nuova ricerca e clicca un annuncio a pagamento che lo porta nuovamente sul tuo sito. Per Google Analytics la visita precedente è terminata, e verrà avviata una nuova visita.

In realtà, vi sono ulteriori dettagli che riguardano il conteggio delle visite da parte di Google Analytics. Se vuoi approfondire, puoi trovare tutte le informazioni in questo articolo della guida ufficiale di Google Analytics.

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Visitatori unici

Visitatori unici su Google Analytics

Su Google Analytics, il numero di visitatori unici (o utenti, sono sinonimi) misura il numero di cookie “utente” univoci che hanno visitato il sito, nel periodo selezionato sul pannello.

Se non sai cosa sono i cookie, o cosa sono i cookie “utente” di Google Analytics, non ti preoccupare: lo spiego più avanti nella pagina.

In maniera molto approssimata, puoi considerare i visitatori unici come il numero di persone che ha visitato il sito, nel periodo selezionato.

Nel pannello di Google Analytics questa metrica si può trovare nel report Pubblico –> Panoramica.

Nota: quando ho scritto questo articolo, Google Analytics utilizzava il nome “Visitatori unici“, ma poi ha rinominato questa metrica in “Utenti“. Di seguito vedrai scritto Visitatori unici, ma puoi considerarlo un sinonimo dell’attuale Utenti.

Esempio della metrica "Utenti" su Google Analytics

Esempio di rapporto “Pubblico” –> “Panoramica”, dove possiamo trovare la metrica “Utenti” (ovvero gli ex Visitatori unici) su Google Analytics

Nota: se preferisci vedere e ascoltare queste informazioni, invece di leggere l’articolo, ho fatto un video (brutto ma spero interessante) sulla metrica utenti (che fa parte di un video corso su YouTube su Google Analytics che sto man mano tenendo aggiornato).

 

A che serve misurare i visitatori unici? Come si interpreta questa metrica?

Guardare l’andamento dei visitatori unici sul nostro sito ci permette innanzitutto di rispondere ad alcune domande di “awareness” del nostro business online, per esempio:

  • Qual’è, approssimativamente, il numero di persone che ha visitato il mio sito, in un certo periodo?
  • Il numero di persone che visita il mio sito, rispetto alle attività promozionali che sto conducendo, sta aumentando come mi aspetto?

In altre parole, possiamo assumere che tanto maggiore è il numero di Visitatori unici del nostro sito, tanto maggiore è la sua popolarità e/o visibilità e/o efficacia delle nostre attività promozionali.

Non ci da quindi indicazioni specifiche su cosa non va e cosa dobbiamo fare per migliorare l’efficienza nel generare vendite o conversioni, ma piuttosto è un indicatore dei risultati che abbiamo raggiunto in termini di popolarità, visibilità e promozione.

Inoltre, utilizzando i segmenti avanzati di Google Analytics, possiamo anche conteggiare gli utenti che hanno visitato il sito e che appartengono ad un certo segmento di nostro interesse.

Ad esempio, il numero di utenti che hanno visitato il sito e che hanno messo a carrello almeno un prodotto, in un certo periodo.

Oppure, possiamo analizzare come varia il numero di nuovi utenti, ovvero le persone che non avevano mai visitato il sito in precedenza.

Esempio di segmento avanzato Nuovi Utenti su Google Analytics

Esempio di segmento avanzato Nuovi Utenti su Google Analytics

Idealmente, quindi, analizzare come varia la metrica “Visitatori unici” nel tempo, ci può far capire sia se sta crescendo l’audience complessiva del nostro sito, sia se sta crescendo un segmento specifico del nostro audience che ci interessa analizzare.

Tuttavia, a causa della metodologia con cui viene misurata questa metrica, i Visitatori unici non ci forniscono una informazione molto accurata e quindi vanno interpretati con “grano salis”.

Infatti, come anticipato, i Visitatori unici contano effettivamente i Cookie univoci, non le persone reali. Vediamo che vuol dire…

In che senso i Visitatori unici misurano i cookie? Non sono uguali alle persone?

Un concetto importante da capire è che Google Analytics, di default, non è in grado di contare le persone reali, ma solo i cookie che hanno visualizzato il sito in un certo periodo.

…Ok, ma cos’è un cookie?

Un cookie è una sorta di “etichetta” che viene attaccata al nostro browser dal sito che stiamo visitando, su cui il sito può scrivere dei valori, che poi può rileggere in qualsiasi momento, ad esempio se per caso torniamo sul sito un altro giorno.

Ad esempio, quando tu visiti un sito per la prima volta, Google Analytics crea un cookie nel tuo browser, chiamato “_ga”, in cui scrive un codice identificativo che ti rappresenta univocamente come utente. Questo cookie dura 2 anni (e la scadenza dei due anni viene ri-aggiornata ad ogni tua visita al sito).

Se usi il browser Chrome, puoi vedere tu stesso il cookie di Google Analytics aprendo la console e ispezionando i cookie (per farlo: clicca con il tasto destra su un qualsiasi punto di questa pagina e poi seleziona “ispeziona elemento”. Ti si aprirà la console di Chrome. A questo punto vai sulla scheda “Application”, poi su “Cookies” nella colonna di sinistra, e clicca sul nome di questo sito: vedrai una schermata tipo quella qui sotto).

Esempio di cookie di Google Analytics

Esempio di cookie di Google Analytics

Una volta che Google Analytics ha inserito nel nostro browser il cookie “_ga” relativo ad un sito che abbiamo visitato, quel cookie resta nel nostro browser per due anni (o finché non lo cancelliamo).

In questo modo, se dopo qualche tempo ritorniamo sul sito che abbiamo visitato, Google Analytics vede che abbiamo il cookie _ga da lui inserito alla nostra prima visita, e così riconosce che siamo lo stesso utente che ha visitato il sito in precedenza.

Tuttavia, questo meccanismo si “rompe” se noi visitiamo il sito da un altro browser (es. cosa che succede se, ad esempio, visitiamo il sito da un altro PC o da un altro dispositivo).

Infatti, in questo caso Google Analytics non riesce a riconoscere che siamo lo stesso utente e ci conteggerà come due utenti diversi.

Ad esempio, se un utente (chiamiamolo Mario…) stamattina ha visitato il nostro sito web dal pc dell’ufficio e stasera lo ha visitato dal pc casa, di fatto ha visualizzato il sito con due browser differenti.

Su ciascuno dei due browser, Google Analytics, alla prima visita di Mario sul sito, ha inserito un cookie contenente un codice identificativo.

Questo codice identificativo però è diverso nei due browser, perchè GA, dal browser che stiamo utilizzando ora per visitare il sito, non può leggere il cookie precedentemente inserito nell’altro nostro browser.

Per questo, Google Analytics conterà due visitatori, anche se la persona fisica che ha visitato il sito in realtà è la stessa.

Quindi, sotto questo aspetto, è ragionevole assumere che il numero di visitatori mostrato da Google Analytics sovrastimi il numero di persone fisiche che effettivamente ha visitato il nostro sito, perchè ciascuno di noi spesso naviga su internet utilizzando browser differenti (es. quello del pc in ufficio, quello del pc di casa e quello dello smartphone).

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Inoltre, se l’utente, per qualsiasi motivo, elimina i cookie del suo browser (per esempio, quando cancella i dati di navigazione), il marchio sparisce, e quell’utente, se visiterà nuovamente il sito, sarà ri-marchiato da Google Analytics come se fosse un nuovo visitatore.

Questo è un altra ragione per cui il numero di visitatori sul sito è sovrastimato rispetto alle persone fisiche reali che lo hanno visitato.

La funzionalità User ID di Google Analytics

Da un po’ di tempo, Google Analytics ha introdotto una funzionalità di tracciamento chiamata User ID.

La funzionalità User ID ci permette di tracciare gli Utenti in maniera molto più accurata, sfruttando informazioni che gli utenti stessi ci forniscono (es. quando effettuano il login al nostro sito).

In questo modo, possiamo anche analizzare il comportamento cross-device (es. quanti utenti accedono al nostro sito sia da desktop che da mobile?) e cross-browser degli utenti, ed effettuare anche una stima del grado di accuratezza della misura degli utenti tramite cookie.

Questa funzionalità importante merita un articolo a sé stante, per cui per adesso ci limitiamo a riportare in breve il fatto che esiste, e rimandiamo l’approfondimento ad un post futuro.

Differenza tra utenti, visitatori unici, visitatori unici assoluti e visite

Anche se a prima vista può sembrare intuitivo, il reale significato di “visitatore unico” spesso non è completamente chiaro e a volte genera confusione quando si cerca di differenziarlo dai concetti di visita e visitatore unico assoluto (questo termine prima era utilizzato su Google Analytics, ma oggi non esiste più. Tuttavia, a volte ancora se ne sente parlare, e questo può generare confusione).

Cerchiamo di fare chiarezza:

  • Su Google Analytics, “visitatori unici” è equivalente ad “utenti” (il nuovo nome di questa metrica): come detto più sopra, conteggia il numero di cookie “utente” che ha visitato il sito nel periodo selezionato e, in maniera approssimata, possiamo interpretarlo come il numero di persone che ha visitato il sito in quel periodo.
  • Il concetto di “visitatore unico assoluto” su Google Analytics non esiste più, quindi ormai non ha alcun significato.
  • Le “visite” (o “sessioni“, che è un sinonimo) sono invece una metrica diversa, e ne parliamo dettagliatamente in questo post. In maniera approssimata, le visite rappresentano le “volte” che gli utenti sono entrati nel tuo sito, in un certo periodo.

Ad esempio, immaginando che solo io visiti un sito e ci sia andato 3 volte nella scorsa settimana, in quella settimana Google Analytics ha conteggiato 1 visitatore unico e 3 visite.

Posso sommare i visitatori unici su periodi diversi?

Un altro concetto da chiarire, che spesso genera confusione, è il seguente:

il numero di visitatori in un certo periodo NON può essere misurato sommando i visitatori unici nei singoli sotto-periodi che lo compongono.

In altre parole, se vuoi sapere quanti visitatori hanno visitato il tuo sito in un certo mese, non puoi sommare i visitatori della prima settimana, a quelli della seconda settimana, della terza e della quarta settimana del mese.

Esempio: a gennaio i dati indicano che il sito è stato visitato da 2 visitatori; a febbraio, invece, sono arrivati sul sito 3 visitatori.

Quanti visitatori hanno visitato il sito, complessivamente, tra gennaio e febbraio? La risposta è… (rullo di tamburi…)

non lo sappiamo.

Guardando solo questo dato, infatti, noi non possiamo sapere  quanti dei visitatori di febbraio avevano già visitato il sito a gennaio: per questo, la somma dei i visitatori di due periodi differenti è un numero che non ci fornisce alcuna informazione sensata.

Se vuoi sapere quanti visitatori hanno visitato il tuo sito in un certo periodo, devi necessariamente selezionare tutto il periodo sul pannello di Google Analytics e poi leggere la metrica “Utenti”.

 

Per adesso è tutto! 🙂

Spero che questo post sia stato utile, per qualsiasi dubbio lascia un commento o scrivimi via email.

Un saluto!

Gabriele

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Definire i KPI per il proprio sito web

Definire i KPI

Dopo aver definito gli obiettivi per il nostro business online e una lista di attività da eseguire al fine di raggiungere questi obiettivi entro una data prefissa, dobbiamo identificare dei parametri che ci permettano di monitorare la performance delle nostre attività e di verificare se stiamo sulla strada giusta.

Questi parametri sono i Key Performance Indicators, o KPI.

I KPI per il proprio business online sono come la bussola per una nave: non averceli significa navigare a vista!

Inoltre, definire i KPI è necessario per rendere strutturate ed efficaci le nostre analisi dati: quante volte ci è capitato di andare su Google Analytics, guardare le visite (+5% delle visite, buono!), le parole chiave (grandioso, mi hanno trovato con “usain bolt scarpe”!), ecc. e poi andarcene senza aver capito se quello che è successo ci sta realmente avvicinando all’obiettivo, e senza aver preso alcuna decisione concreta?

Il risultato di questa operazione di definizione KPI è una lista di parametri da monitorare periodicamente. Alcuni KPI ci permetteranno di conoscere la performance complessiva di alcuni aspetti del nostro business online correlati tra loro, mentre altri saranno più specifici rispetto ad una singola area.

Ogni volta che vorremo fare una analisi dati, analizzeremo i valori dei KPI e cercheremo di capire se tutto sta andando come dovrebbe o se ci sono aree che necessitano delle azioni correttive per rimettere la nave sulla giusta rotta verso l’obiettivo.

Vediamo come potrebbero essere definiti dei KPI, riprendendo l’esempio del post precedente.

L’obiettivo 1 del nostro negozio online di scarpe sportive è di realizzare 30.000 vendite in un anno.

Il KPI 1, quindi, potrebbe essere:

KPI 1 = Numero_vendite / mese

Questo KPI, probabilmente il più significativo rispetto alla performance della nostra attività, è strettamente correlato con il nostro obiettivo 1: più è grande il KPI 1, più ci avviciniamo all’obiettivo 1.

Immaginiamo poi che tra promozione, passaparola e traffico casuale dai motori di ricerca, sul nostro sito arrivano ogni mese un certo numero di visitatori, potenzialmente interessati ad acquistare scarpe sportive.

Ovviamente, abbiamo tutto l’interesse che questo numero sia il più grande possibile: più visitatori interessati arrivano sul sito, maggiori saranno le probabilità di vendere.

Un secondo KPI, quindi, potrebbe essere definito come :

KPI 2: numero_visitatori_al_sito / mese

Questo è un indicatore del livello di visibilità del sito, che potrebbe essere influenzato dalla popolarità del nostro brand e/o da nostre attività promozionali specifiche.

In generale, possiamo ipotizzare che il numero di vendite mensili sia circa proporzionale a questo KPI.

A questo punto, a noi interessa sapere anche un’altra informazione: quanti visitatori devo portare sul sito per riuscire a realizzare una vendita?

Un terzo KPI potrebbe essere definito come:

KPI 3: numero vendite / numero_visitatori_al_sito

Questo parametro è influenzato da diversi fattori, tra cui: l’efficienza delle nostre attività promozionali e l’efficienza del nostro sito web.

In altre parole, il KPI 3 cresce se si verificano spesso i seguenti eventi:

  • le nostre attività promozionali portano sul sito persone potenzialmente interessate ad acquistare scarpe sportive
  • a queste persone piacciono le scarpe che vedono sul nostro sito
  • queste persone si fidano del brand, del sito, delle condizioni di acquisto e di spedizione, del metodo di pagamento, ecc.
  • queste persone si decidono a comprare le scarpe e riescono a portare a termine l’acquisto

Osserviamo i tre KPI definiti finora. Il KPI 1 ci da una visione complessiva della performance della nostra attività, mentre i KPI 2 e KPI 3 ci forniscono indicazioni su aspetti più specifici: la visibilità del nostro sito web e l’efficienza del nostro business online nel suo complesso.

Notiamo che:

KPI 1 = Numero_vendite / mese =

= (Numero_visitatori_al_sito / mese) * (Numero_vendite / Numero_visitatori_al_sito) =

= KPI 2 * KPI 3

KPI 1 è uguale al prodotto tra KPI 2 e KPI 3: ciò significa che, se vogliamo vendere molte scarpe al mese,  dobbiamo, contemporaneamente, portare traffico sul sito e rendere il nostro business una efficiente “macchina da conversione”, che trasforma in clienti il maggior numero possibile di visitatori. Se uno di questi due KPI è piccolo, sarà difficile raggiungere il nostro obiettivo di vendite.

Tuttavia, per capire esattamente cosa sta funzionando e cosa no e, di conseguenza, prendere delle decisioni correttive, dovremo monitorare degli indicatori ancora più specifici rispetto alle nostre attività.

Ad esempio, numero_vendite / numero_visitatori_da_facebook, sarà un indicatore dell’efficienza delle nostre attività promozionali su Facebook rispetto a quante vendite stanno generando. Ci permette di trovare una risposta a domande come queste:

  • Il numero di vendite generate da utenti provenienti da Facebook è adeguato al costo che sto sopportando per queste attività promozionali?
  • Questa attività promozionale è più o meno efficiente rispetto alle altre che sto eseguendo sugli altri social network, ad esempio su Twitter?
  • Dovrei forse spostare il mio budget nella promozione su altri social network?

Alla fine della nostra attività di definizione KPI, avremo una lista di parametri come questa:

KPI Formula Cosa indica
1 Numero_vendite / mese Performance complessiva rispetto a obiettivo 1
2 Numero_visitatori / mese Visibilità del sito web (popolarità del brand, azioni promozionali, SEO, ecc.)
3 Numero_vendite / Numero_visitatori Efficienza complessiva di conversione da visitatori a vendite

Per concludere, per chi deve analizzare lo stato di salute del business online e prendere delle decisioni, è fondamentale definire da subito tutti i parametri da monitorare per poter valutare la performance di tutti gli aspetti chiave dell’attività.

Dal prossimo post inizieremo a parlare di come monitorare i KPI con lo strumento ad oggi più popolare per effettuare raccolta ed analisi di dati web: Google Analytics.

Checklist:

  • Hai identificato (e scritto) una lista di KPI per monitorare la performance del tuo business online rispetto agli obiettivi che ti sei prefisso?
  • Accanto ciascun KPI, hai scritto a quale aspetto o attività del business online si riferiscono?
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Definire gli obiettivi per il proprio sito web

Definire gli obiettivi per il proprio sito web

Definire degli obiettivi per il nostro sito web è il punto di partenza per le nostre attività e può condizionare nel bene o nel male tutto il futuro del nostro business online.

Infatti, è solo dopo aver definito degli obiettivi che:

  • possiamo progettare e sviluppare un sito web che funzioni in maniera efficiente
  • possiamo strutturare in maniera logica il nostro piano di lavoro
  • possiamo capire se stiamo andando nella direzione giusta oppure no

Gli obiettivi funzionano bene se sono pochi, chiari, misurabili, quantitativi e se hanno una scadenza. La definizione di obiettivi quantitativi  è il compito più complicato, soprattutto se stiamo avviando ora la nostra start-up e non abbiamo una esperienza passata rispetto a quali risultati potremo ottenere.

Tuttavia, è molto importante effettuare una prima stima dei risultati quantitativi che pensiamo di ottenere in un certo periodo, anche se i dati a nostra disposizione sono pochi e la stima non sarà molto accurata. Potremo comunque aggiustare in futuro, quando avremo accumulato più dati ed esperienza.

Immaginiamo che il nostro sito venda scarpe sportive online. In base alla nostra ricerca di mercato effettuata online (vedremo successivamente come), definiamo i nostri obiettivi come segue:

  1. ottenere 30.000 vendite online di scarpe, in un anno
  2. acquisire 1.000 contatti di potenziali clienti, in un anno

Ottimo: questi obiettivi sono pochi, chiari, misurabili, quantitativi e hanno una scadenza! 🙂

Ora, il prossimo passo è definire una strategia che ci permetta di raggiungere questi obiettivi. La nostra strategia a sua volta si tradurrà in un elenco di attività da svolgere, tra cui sicuramente ci sarà:

  • attività di ottimizzazione del sito web (SEO, landing page, navigazione, etc.)
  • attività di pubblicità online (es. annunci AdWords)
  • attività di promozione sui social network (Facebook, Twitter, ecc.)
  • attività di email marketing
  • attività di promozione off-line (volantini, pubblicità alla radio, ecc.)

Inoltre, mentre effettueremo le attività, dovremo costantemente monitorare la loro performance e prendere delle decisioni correttive per far sì che tale performance sia adeguata per il raggiungimento dei nostri obiettivi entro la deadline.

Una attività cruciale, quindi, è definire dei parametri quantitativi che riflettano la performance delle nostre attività e che possiamo misurare: i Key Performance Indicators, o KPI, di cui parleremo nel prossimo post.

Checklist:

  • hai realizzato una stima approssimativa dei risultati che potresti ottenere con la tua attività?
  • in base a questa stima, hai definito pochi obiettivi chiari, misurabili, quantitativi da raggiungere entro una scadenza stabilita?

 

Apre oggi il mio blog

Apre oggi il mio blog

Oggi è nato il mio blog personale. Qui scriverò idee, pensieri, articoli e suggerimenti su  Google Analytics, marketing online, strategie di business, insomma: tutto quello che mi appassiona.

Google Analytics e lo sviluppo di business online sono contemporaneamente il mio lavoro e la mia passione: per questo vorrei condividere quello che so, e quello che imparo, su questi argomenti.

Ho la fortuna di lavorare come Analytics Specialist per una agenzia di consulenza sul marketing digitale, 3rdPLACE s.r.l., e amo questo lavoro.

Tuttavia, il percorso che mi ha portato al mio lavoro attuale non è stato così diretto… Nel 2004 mi sono laureato in Ingegneria Aerospaziale, e subito dopo ho iniziato a lavorare al dipartimento aerospaziale dell’Università “La Sapienza”, dove per 7 anni ho partecipato allo sviluppo di software per la navigazione di sonde interplanetarie (il famoso e magnificente correlatore Delta-DOR, attualmente utilizzato dall’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea) e alla preparazione dell’esperimento di radio-scienza della missione BepiColombo a Mercurio.

Durante questi anni è nata la mia passione per internet e per lo sviluppo di business online. Nel 2007 ho avviato la mia start-up, che è stata attiva fino al 2013: Incidi! – The Best Independent Music Shop, un negozio (ma non solo) che permetteva ai musicisti indipendenti di vendere la loro musica online.

E’ stata una esperienza meravigliosa sotto tutti i punti di vista, e grazie ad essa ho imparato la maggior parte delle cose che conosco oggi sullo sviluppo web e di business online.

Tuttavia, nel 2011 ho sentito il bisogno di lavorare in team insieme ad altri professionisti del web marketing e capire quali sono i bisogni di diversi tipi di clienti. Dopo un periodo di transizione, ho avuto la fortuna di trovare il mio lavoro attuale a 3rdPLACE s.r.l..

Lavoro a parte, amo leggere libri sul kindle, specialmente i manuali focalizzati sul business e sulla comprensione del comportamento umano: è il mio hobby preferito!

Insomma, spero che troverai piacevole leggere il mio blog! Non esitare ad inviarmi i tuoi suggerimenti e a lasciarmi i tuoi commenti.

Ciao! 🙂

Gabriele